Valentino Vicinanza: riflessioni sulla ristorazione ai tempi del COVID19

Valentino Vicinanza, classe 1986, è un esperto di formazione e consulenza nel mondo della ristorazione.
Maitre, sommelier, e formatore del personale di sala con la sua azienda “RistoIdea”, ha già all’attivo numerose collaborazioni tra cui diversi ristoranti stellati.

La sua esperienza ci induce a riflettere sul tema del cambiamento ai tempi del Covid19.

 

  • Valentino, come sta cambiando la ristorazione durante questa pandemia?


In questi lunghi giorni di quarantena ho avuto modo di riflettere sulla nostra quotidianità e sul nostro stile di vita.
Inizialmente speravo che la ripresa sarebbe stata rapida, ma mi sbagliavo.
La  drammatica situazione di pandemia ha interrotto le nostre vite e con essa le nostre attività.
Penso continuamente alle sorti della ristorazione, impegnando il mio tempo in idee che possano migliorarla da sempre.
In questo momento la parola chiave è Adattarsi al cambiamento”
Mio nonno diceva sempre che “non tutti i mali vengono per nuocere”.

Un grande imprenditore è colui che sa adattarsi ai cambiamenti del mercato e degli avvenimenti.
Nel corso della storia il nostro popolo ha dovuto combattere, ha perfino sofferto la fame, ha ricominciato dopo il colera e dopo le guerre con molte meno speranze di oggi; ma l’Italia ne è uscita molto più forte di prima. Oggi è diverso perché partiamo da condizioni economiche generali più favorevoli rispetto allo scorso secolo, basti pensare alla tecnologia che abbiamo tutti a disposizione: con un click possiamo fare tutto ciò che vogliamo, restando comodamente a casa.

Quanto è importante la tecnologia in  questo momento?

La comunicazione rappresenta la base da cui ripartire. I canali social e le app, se usati nella maniera giusta possono farci entrare nelle case e nei cuori di molti clienti. Se riflettiamo attentamente: “cos’è che rende veramente un cliente fidelizzato”?

La mia risposta non è solo un’ottima cucina, ma il rapporto che nel tempo riusciamo ad instaurare con i clienti!

Lavoro nel mondo della ristorazione dall’età di 14 anni; a 19 lavoravo già in uno dei ristoranti stellati più importanti d’Italia e a 22 anni mi fu affidata la prima gestione completa di una struttura ristorativa.
Dalla mia esperienza ho imparato che non c’è cosa più importante che fidelizzare un cliente “Un cliente felice ti seguirà ovunque, perché ormai si fida di te”.

  • Quindi, è la fiducia l’elemento da cui ripartire?

Proprio così: la fiducia è alla base di ogni  rapporto, se manca, manca tutto.
Con il nuovo decreto del Presidente De Luca, si è dato vita alla delivery anche qui in Campania e molti ristoratori hanno deciso di non aderirvi, cosa che rispetto, ma che non condivido poiché la consegna a domicilio potrebbe donare ossigeno ad una filiera molto importante, che parte dal produttore fino ad arrivare al consumatore.
In questo modo si preserva e si alimenta il rapporto con i propri clienti, facendoli ritornare al gusto ed ai sapori che li faceva emozionare all’interno del locale.
In questo modo la ristorazione non vedrà crollare i sacrifici fatti fino ad oggi per mantenere quanto nel tempo è stato costruito.

  • “Non fermarsi mai”, questo è il tuo motto?

Certamente, stare fermi ad spettare lo ritengo un “suicidio economico”, per questo bisogna attraverso le consegne, continuare a  lavorare e, allo stesso tempo, riflettere su come facilitare il nostro lavoro.

Alessandro del Piero, con il suo locale a Los Angeles, consegna personalmente le pietanze a casa dei clienti. Cosa che in Italia sta facendo anche Cracco, Wicky Priyan e non molto lontano da me Giuseppe Maglione ad Avellino e Franco Pepe a Caiazzo (CE).
In questo modo mantengono un rapporto vivo con i propri clienti.

Questi imprenditori stanno già leggendo il cambiamento delle loro imprese ristorative, seminando oggi per raccogliere domani.

Concludendo, la mia visione coincide con la loro scelta e per questo il mio suggerimento è quello di seguire il loro esempio ripartendo così da un futuro imminente.

Ci sarà, purtroppo, chi sarà costretto a chiudere ma, ahimè, è la legge dei grandi numeri e questo, è sempre accaduto, indipendentemente dal COVID19!